domenica 27 gennaio 2008

(Mezza) giornata con Alan Beggin


Un paio di mesi fa sul forum freeridemtbnordest c'era la possibilità di passare una giornata con il pluricampione italiano di downhill Alan Beggin. Mi ero iscritto subito alla giornata per crosscountristi con l'intento di migliorare (o meglio costruire) la mia tecnica in discesa. Poi la giornata per mancanza di adepti era stata annullata e complice anche il prossimo acquisto della Stumpy mi ero fatto convincere a unirmi ai freerider. Poi purtroppo la caduta, la stecca e il recupero della mano che stenta ad arrivare mi avevano fatto desistere. Ieri sera mi collego al sito scopro che sono ancora in lista; chiamo Niktez al telefono e il suo entusiasmo mi convince. Proviamo almeno una discesa: se la mano tiene bene altrimenti finisco lì.
La mattina dopo una bella serata finita alle 2:30 la sveglia alle 7:30 sembra un incubo . Arrivo (quasi) puntuale all'appuntamento e già di primo acchito la sensazione è ottima: sono tutti calorosi e accoglienti e in pochi minuti ho una casco integrale e due ginocchiere più protettive delle mie. Carichiamo le bici sul furgone e siamo pronti a partire. Quattro chiacchiere in salita e in pochi minuti siamo alla partenza dell'Ornedo con 20 cm di neve. Il primo tratto per me è durissimo: c'è poca neve sul tracciato, ma non ho aderenza e alcuni tratti li faccio a piedi. Per fortuna il mio angelo custode Legablu mi segue e mi elargisce dei consigli. Poi la neve dopo qualche centinaia di metri finisce e inizia il fango. Sarà che faccio fatica ad abituarmi alla bici nuova, la mano che a furia di correggere in sterzata mi fa un male boia, il fango che impasta le ruote e non mi dà aderenza, ma scendere oggi è durissima. Prima della Bornass mi fermo ed Alan mi mostra una curva fatta a regola d'arte: io la faccio con il culo per terra. Nuovo briefing e poi giù per il Roccolo. All'imbocco del Bosco Grande la mano dopo uno svarione sul Roccolo mi fa sempre più male: sono tentato di finire il giro per asfalto, ma stringo denti e continuo. Il resto della discesa lo faccio con Micro come angelo custode. Il fondo giù è un po' meglio e il tratto in discesa è più facile: Niktez Bros rompe il cambio, io mi esibisco in un altro appoggio sul fango e in breve siamo in Pedemontana. Un po' a malincuore, ma il dolore supera il piacere mi fermo. Qualche fetta di pizza, una bottiglia di Corona e la promessa di altri giro insieme servono solo a lenire un po' di amarezza.

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